Lingua: Italiano
Trovare aiuto
Per il paziente e i suoi familiari, la quotidianità con la ‘malattia di Castleman multicentrica idiopatica’ (iMCD) è associata a una serie di problemi. Chi o che cosa può essere di aiuto in tali situazioni? Può trattarsi della ricerca del medico, della gestione della malattia, di problemi legati alla sfera personale, ecc.

I capitoli seguenti forniscono indicazioni e suggerimenti relativamente a dove e come il paziente e i suoi familiari possono trovare aiuto.
Colloquio con il medico
Con le domande giust e si è più preparati per la prossima visita medica.
Familiari
L’iMCD stravolge spesso anche la vita dei familiari.
Colloquio con il medico
Medico e paziente uniti come una squadra:
perché è importante e come può funzionare
Più il medico riesce a comprendere quali sono i desideri o le domande del paziente relativamente alla sua malattia e a tutto ciò che comporta, più sarà in grado di fornirgli delle risposte! Ciò presuppone una collaborazione attiva e basata sulla fiducia, come pure una comunicazione sincera e onesta da entrambe le parti. E di fronte a una malattia che, una volta diagnosticata, accompagnerà il paziente per tutta la vita, come nel caso della malattia di Castleman multicentrica idiopatica (iMCD), un buon rapporto medico-paziente è determinante. Può essere utile nella gestione della malattia o può avere effetti positivi sul regolare corso della terapia.

Colloquio con il medico a seguito della diagnosi
Nel momento immediatamente successivo alla diagnosi il paziente ha spesso molte domande relative alla malattia, alle opzioni terapeutiche e al regolare corso della terapia. Vuole, inoltre, comprendere l’obiettivo esatto del trattamento e avere un’idea su che cosa significherà convivere con la terapia. Ecco alcuni esempi di domande che possono essere poste durante il colloquio con il medico.

Possibili domande
sull’iMCD e sul
trattamento
  • Che cosa succede esattamente nel mio organismo in seguito all’iMCD?
  • Quali sono le cause dell’iMCD?
  • Qual è nel mio caso il trattamento adeguato?
  • Qual è l’obiettivo del trattamento? Esiste una probabilità di guarigione?
  • Il trattamento prevede un intervento chirurgico? Se la risposta è sì, in che cosa consisterà?
  • Riceverò un trattamento a base di medicamenti?
  • Quali effetti collaterali dovrò aspettarmi?
  • Per quanto tempo si estenderà il trattamento? Sarà per sempre parte della mia vita quotidiana?
  • Vi è forse uno studio clinico a cui possa par tecipare?
  • Che cos’altro posso fare per sentirmi meglio?


Lista di controllo per prepararsi alla visita medica periodica
Non di rado chi convive con l’iMCD, e con i piccoli e grandi problemi che si accompagnano alla malattia, si trova ad affrontare problemi importanti nell’intervallo tra una visita e l’altra. Per questo può essere utile prendere appunti relativamente a domande o specifici eventi, quali sintomi o effetti collaterali, nel momento in cui si presentano. Ciò rende più semplice sfruttare al meglio l’appuntamento successivo per condividere con il medico tutte le questioni importanti.

Poco prima della visita è bene prendersi del tempo per rileggere gli appunti e classificarli per importanza.

Per prepararsi nel modo migliore al colloquio con il medico, può essere utile anche porsi le seguenti domande:

Possibili riflessioni prima della prossima visita
  • Come mi sento?
  • Che cosa è cambiato dall’ultima visita, che cosa è migliorato, che cosa è peggiorato?
  • Si sono aggiunti sintomi o effetti collaterali nuovi?
  • La terapia continua a conciliarsi bene con le attività della mia vita quotidiana? Dove si presentano eventuali difficoltà?
  • Dove ho bisogno forse di maggiore sostegno o di ulteriori informazioni?

Affrontare i problemi
Naturalmente può anche succedere che il paziente non viva bene il rapporto con il medico per altri motivi. Se questo è il caso, ancora una volta è assolutamente necessario parlare in modo sincero e onesto e individuare la soluzione insieme al medico. Che cosa potrebbe andare meglio? E come potrebbe andare meglio? La franchezza in questo caso è fondamentale. Esistono dubbi sull’efficacia della terapia? Mancano informazioni fondamentali sulla malattia e sul trattamento? Prevale la sensazione che ansie e paure non siano affrontate seriamente? Solo dopo aver condiviso chiaramente questi sentimenti sarà possibile trovare una soluzione. E solo in questo modo medico e paziente possono essere di nuovo una squadra pronta a combattere contro l’iMCD.


Familiari
Il trattamento della malattia di Castleman multicentrica idiopatica (iMCD) coinvolge in primo luogo il paziente, ma allo stesso tempo anche i familiari - intesi come coniuge, compagno/a, parenti e anche amici - devono confrontarsi con la malattia e i suoi effetti nella vita quotidiana.

È in particolare nel caso delle malattie rare, come l’iMCD, che la diagnosi può essere un vero shock per tutti gli individui coinvolti. Il fatto che soltanto poche persone abbiano finora sentito parlare della malattia rende ancora più difficile distinguere che cosa ciò comporti per il paziente e per i suoi familiari e che cosa esattamente dovranno affrontare. Si consideri poi che la gran mole di nuove informazioni sulla malattia, sulla terapia e sull’impatto sulla quotidianità può essere ancora più destabilizzante.

L’impatto a livello psicologico e le ripercussioni sulla quotidianità
Per i familiari veder soffrire una persona cara rappresenta spesso un peso enorme a livello psicologico. Sono preoccupati, desiderano aiutare ogni volta che sia possibile. Al tempo stesso si sentono obbligati a fare sempre di più per far stare bene la persona malata e consentirle di avere il miglior controllo possibile sulla quotidianità e sulla convivenza con la malattia. Talvolta, infatti, la malattia rende necessario riorganizzare la vita quotidiana, perché schemi collaudati possono cadere a pezzi all’improvviso. Tutto ciò può essere stressante per i familiari. Forse possono avere maggiori difficoltà a interagire con il paziente.

Non dimenticare se stessi
Ogni medaglia ha il suo rovescio: a tanta dedizione per la persona cara corrisponde il fatto che i familiari pensano sempre meno a se stessi. Anche se inizialmente potrebbe sembrare esagerato, i familiari sono presto disposti ad accettare le limitazioni alla vita quotidiana e a rinunciare alle cose una volta importanti - hobby, sport o vita sociale - per il bene del proprio congiunto. A ciò si aggiunga che in molte situazioni può prevalere l’idea che sarebbe egoistico fare cose che la persona malata non sarebbe in grado di fare per via della malattia.

Naturalmente è giusto e importante stare a fianco al proprio caro, ma l’incapacità permanente di mantenere degli spazi di vita per sé può far sì che, nel medio o lungo termine, anche il familiare dopo un po’ di tempo non abbia più forze. Di conseguenza, non è più in grado di essere presente come, invece, vorrebbe e come la persona cara era finora abituata. Pertanto, sono importanti i seguenti aspetti:

Punti importanti
per i familiari:
  • Come familiare ascoltare se stessi e, se necessario, chiedere aiuto: infatti, l’impegno a lungo termine per la persona cara richiede energia e anche molta serenità.
  • Prendersi piccole pause, ricaricare le energie e ritagliarsi il tempo per se stessi è quindi fondamentale e deve diventare quanto prima parte della routine quotidiana
  • Anche parlare con amici, conoscenti o con il medico curante può essere utile a vederci di nuovo chiaro in determinate situazioni. Di fatti è spesso sufficiente un altro punto di vista o una seconda opinione.


In che modo i familiari possono fornire aiuto concreto nella terapia
I familiari possono rappresentare per la persona malata un sostegno non solo sul piano emotivo, ma anche pratico, aiutando a gestire la quotidianità nel modo migliore possibile. Possono inoltre contribuire attivamente ad avere un effetto positivo sul trattamento e sul regolare corso della terapia, ad esempio in questo modo:

Possibili misure di sostegno
  • Tenere d’occhio i disturbi e prendere nota: sono comparsi nuovi disturbi o il paziente ha rifer ito nuovi disturbi?
  • Ricordare gli appuntamenti per i controlli e le analisi.
  • Motivare a non abbassare la guardia, con riferimento alla terapia.
  • Indicare quali possibilità sono disponibili per il paziente per ricevere ulteriore aiuto e informazioni.

Per tutte queste indicazioni si deve, però, ricordare che la giusta misura di sostegno e assistenza è fondamentale. Il paziente non deve mai avere l’impressione che le decisioni vengano prese a sua insaputa o che perda sempre di più il controllo sulla gestione della malattia e della terapia.

Risolvere i conflitti
In ogni relazione interpersonale emergono di tanto in tanto anche dei conflitti. È quindi normale che anche tra i familiari e la persona malata vi siano degli attriti. Per risolvere i conflitti al più presto possibile, può essere utile quanto segue:

Consigli pratici per risolvere i conflitti
  • Un ambiente tranquillo o un posto in cui entrambi vi sentiate a proprio agio rende più facile esternare i propri sentimenti.
  • Anche se il colloquio chiarificatore dovrebbe avvenire al più presto possibile: tensioni e stress lo possono impedire. La scelta del momento opportuno è quindi importante affinché il colloquio raggiunga l’obiettivo.
  • Paure, aspettative e tutto ciò che tormenta la mente devono essere affrontati in termini concreti, perché solo così si possono evitare malintesi.
  • Ascoltarsi reciprocamente è importante per meglio comprendere i bisogni dell’altro. Raramente irrigidirsi sulle proprie posizioni conduce nella giusta direzione, al contrario si devono cercare insieme idee e soluzioni.
Sie verlassen unsere Website

VERLASSEN